domenica 12 settembre 2010

Gli anni della formazione - 1968-71 - 1974-75 - Roma/Milano


"Giancarlo Valeri", Roma 1969-70

"Nicola Sansò", Roma 1969-70

"il coltello"-1974-75 - foto B/N da pellicola 6x6-140x50 cm.

Serie: Angelo Riviello & Arlette Bollag
"L'artista messa a nudo in Angelo Riviello anche" (2), 1971
Fotografia B/N, supporto e dimensioni variabili

"L'artista messa a nudo in Angelo Riviello anche" (1), 1971
Fotografia B/N, supporto e dimensioni variabili

"L'artista messo a nudo in Arlette Bollag anche" (2), 1971
Fotografia B/N, supporto e dimensioni variabili

"L'artista messo a nudo in Arlette Bollag anche" (1), 1971
Fotografia B/N supporto e dimensioni variabili

"L'artista messo a nudo in Arlette Bollag anche" (3), 1971 
Fotografia B/N, supporto e dimensioni variabili

"La città invisibile/la città nascosta", 1971
Fotografia B/N, supporto e dimensioni variabili

"The Pig", 1971
Fotografia B/N, supporto e dimensioni  variabili

"Bovine Family", 1971. Fotografia B/N, supporto e dimensioni  variabili

"Ritratto di famiglia con amici in un interno", 1971
Fotografia B/N, supporto e dimensioni variabili

"Ritratto di famiglia con amici in un esterno", 1971
Fotografia B/N, supporto e dimensioni variabili

Serie - Angelo Riviello & Arlette Bollag
N.10 immagini fotografiche B/N - su supporto e dimensioni variabile

Arlette la conobbi a Roma nel 1970, in compagnia di Therese una sua amica. Si trovavano in visita turistico-culturale nella capitale. Fu subito feeling tra noi, e data la passione comune per l’arte e la fotografia, il rapporto di amicizia fu più disteso, naturale, disinibito e creativo, anche nel senso erotico e sentimentale del termine (se così si può dire). Ci siamo rivisti nel 1971, sempre in compagnia di Therese. Era il periodo di Pasqua. Therese rimase a Roma in compagnia di Rocco, un amico e compagno di Accademia, mentre Arlette accettò l’invito di venire con me a trovare i miei a Campagna, in provincia di Salerno.


Durante il nostro rapporto a distanza, molto disteso, durato un paio d’anni, lei a Zurigo o in giro per il mondo (soprattutto in Pakistan), ed io a Roma a studiare all’Accademia di Belle Arti, in quei pochi giorni di vacanza, legati alle festività pasquali, abbiamo fotografato tutto ciò che incontravamo sulla nostra strada, oggetti, avvenimenti, feste, processioni religiose, amici e due nuclei familiari, in interno e in esterno, ma anche animali, fra i quali un maiale e alcune mucche al pascolo e, approfittando della temperatura tiepida, ci siamo fotografati, anche nudi, nella natura tra i ruderi del Castello Aragonese “Gerione” dell’anno mille, che sovrasta la città di Campagna, dopo aver fatto l’amore, con la compagnia di un cane “guardone” molto socievole, ma al tempo stesso scocciante, che non ci lasciava mai in pace, tanto da farsi fotografare anche lui. Dopo un’esperienza pittorica, dal segno molto marcato, negli anni passati all’Istituto d’Arte di Salerno, che partiva da una certa realtà antropologica e culturale, fu il mio inizio, come giovane artista, unitamente ad Arlette, ad avvicinarmi  con maggiore consapevolezza anche al mezzo fotografico e a rivedere la realtà con un occhio diverso, più ampio.


Non c’è stata nessuna forzatura, anzi, ci siamo divertiti moltissimo. Eravamo molto seri e convinti in quelle pose, con una dose di autoironia che non guasta mai. Un modo per esplorare anche i nostri corpi...con sensualità e senso creativo...senza tabù. Penso che le immagini siano bene riuscite nella loro messa in posa, naturale e disinvolta, citando nel titolo Marcel Duchamp, per quanto riguarda i nudi.


21 - febbraio- 2005

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